La storia di Costa Serina

La prima localita' ad assumere un volto in valle Brembana e' Dossena, a causa delle miniere, con la presenza di minerali di ferro e di zinco.

Dalla pianura non si saliva direttamente lungo il fiume Brembo; vi erano sbarramenti naturali impossibili da superare in quel tempo, sopratutto all'altezza di Sedrina, dove il fiume scavava il suo corso in profondita' tra le rocce e non lasciava spazio ad alcuno passaggio.

Ugualmente per risalire la Val Serina dal basso, si incontrava subito lo sbarramento di roccia ad Ambria, perforato solo nei tempi modrni. Per raggiungere le miniere di Dossena, si seguiva allora la strada della Val Seriana fino a Nembro, poi si saliva a Selvino, si attraversava la conca seguendo l'itinerario Rigosa, Sambusita, Bracca, Frerola, Serina, per affacciarsi infine su Dossena.

Molti secoli piu' tardi questo passaggio verra' abbrevviato, ricavando un passaggio tra Serina e Cornalba, permettendo di proseguire a mezza costa verso Trafficanti, Aviatico e Selvino.

Nell'epoca romana e anche diversi secoli ancora, la vita economica nelle valli era basata principalmente sulla pastorizia; col pascolo e l'allevamento di ovini e suini,si poteva avere latte e formaggio, carne e lana. Si sfruttavano i boschi, sia per alimentare il fuoco che per ricavarne il legnami.

All'epoca dei Comuni la nostra zona vede ancora Dossena come centro importante della Valle. Da noi, fin dal 1210 si trova citata la Contrada, o il Comune di Sambusita, che era chiamata Costa, o Costa di Sambusita. Questo perche' , pur essendo piu' popolata la Costa, commercialmente era piu' conosciuta la localita' Sambusita, essendo sulla strada che da Dossena scendeva da Frerola a Bracca, passava Sambusita e risaliva a Selvino, per proseguire scendendo verso Nembro e Bergamo.

Per tutto il 1200 e il 1300 fu l'abitato piu' importante della Val Brembana Superiore, come veniva chiamata la Val Serina.

Quando nel 1400 la Repubblica di Venezia organizzera' il territorio stabilendo un Vicario che risieda a Serina, allora la Costa si chiamera' Costa Serina.

La vita nei Comuni era organizzata dando molta importanza a tutta la comunita' degli abitanti.

Gli abitanti di un Comune erano chiamati "vicini". Al suono di tola o di campana, tutti venivano convocati in assemblea generale, detta "arengo". Vi era un "consiglio maggiore" costituito dagli abitanti tra i 15 e i 70 anni. Per pacificare le discordie, sempre forti, venivano inoltre eletti i "boni viri", cioe' dei giudici.

Nel 1300, la vita dei nostri paesi era ancora legata allo sfruttamento dei boschi e ai pascoli.

Di quell'epoca, si tramanda il racconto di un episodio che mostra come la nostra Valle fosse ricoperta di boschi, frequentati da animali selvatici e predatori, come lupi, volpi e anche orsi, nocivi per la povera economia famigliare.

Avendo saputo che nella zona di Como due paesi, in seguito a un voto fatto a Sant'Alessadro, erano stati liberati dalla piaga di rabbiosi lupi che distruggevano gli armenti, gli abitanti dei Comuni di Sedrina e della Costa di Sambusita, trovandosi nella medesima situazione, fecero anch'essi il voto al medesimo Santo. Ed essendo poi stati liberati da questi pericoli, ogni anno, il venerdì dopo l'Ascensione, una delegazione dei due Comuni si recava in cattedrale, dedicata a Sant'Allessandro, pregando e offrendo i formaggi fatti con il latte prodotto in un giorno da tutto il loto bestiame.

Nel 1428 si istaurò a Bergamo il governo della Repubblica di Venezia. Diversi comuni Bergamaschi avevano scelto spontaneamente di riconoscere su di essi l'autorita' di Venezia; era un modo per conservare le distanze dal ducato di Milano, troppo vicino e forte, e per mantenere l'autonomia dalla citta' di Bergamo. Nella Valle Brembana la presenza di Venezia era ben visibile. La zona era resa importante dal passaggio della strada Priula che conduceva in Svizzera.

Ca' San Marco - che ricorda Venezia anche nel nome - segnava il confine. La nostra Valle aveva gia' una sua liberta' e indipendenza, sia per l'organizzazione della propria vita sociale, che per i commerci con altre regioni d'Italia; si affretto' quindi a far riconoscere da Venezia i propri "Privilegi".

Il Doge Francesco Foscari li approvo' infatti il 17 Giugno 1428. L'economia della valle si andava ora trasformando rapidamente.

A Venezia andavano pagati dazi per il mercato del bestiame e dei minerali, ma si erano ottenute alcune esenzioni dai dazi di Bergamo.

Il lavoro riguardava ora non solo l'allevamento del bestiame, ma anche la lavorazione della lana,Si contavano quanti "panni" ogni paese era in grado di produrre in un anno. Sopratutto lungo i corsi d'acqua, c'erano impianti per la filatura e la follatura. Ad Algua e' rimasto il nome di Follo.Nel 1630 la peste si abbatte' anche sulla bergamasca. La nostra zona, che fu particolarmente colpita, era sorvegliata in modo speciale, a causa delle strade che portavano verso la Svizzera e la Germania, da dove si credeva fosse venuta la peste, portata dai soldati. Come in molti altri paesi, anche alla Costa esisteva fino a non molto fa, una cappellina ossario, per i morti di peste.

Nel 1700 l'organizzazione della vita sociale segue le indicazioni contenute negli Statuti. Una revisione delle norme venne votata dal Consiglio generale di Costa Serina, il 10 novembre 1752, al termine di un periodo di discordie tra le varie contrade.

Alla presenza e con l'aiuto di due arbitri, Giovanni Palazzi, parroco di Bracca e Giacomo Sandri di Dossena, i 70 capifamiglia, nembri del Consiglio, votarono con 56 Si e 14 No. Il nuovo regolamento fu poi approvato dal senato di Venezia, l'8 febbraio 1753 e promulgato dal Capitano di Bergamo, Nicolo' Erizzo, il 3 marzo 1753.

Fu questa l'ultima edizione degli statuti, nel periodo della Repubblica Veneta. Sono note le vicende politiche di primo '800, con Napoleone e L'Austria in guerra.

La vita di quegli anni in paese continuo' più tranquilla che non in mezzo ai moti patriottici, ma nello stesso tempo era la fatica e la durezza del vivere quotidianamente che si faceva sentire. Alla Costa lascio' un profondo e triste ricordo, per esempio, quel 27 Febbraio 1836, quando una slavina si abbatte' su una casa alla periferia nord del paese, travolgendo l'edificio e provocando sette vittime di una famiglia Brozzoni.

Miracolosamente si era salvato il piccolo Agostino, protetto da una trave. Una lapide che ricorda la tragedia e' visibile ancora oggi tra le case di Costa Serina.

Il comune di Costa Serina ha vissuto vicende un po' particolari anche nel '900.

Il territorio di Costa Serina si estende per kmp. 12,12. La zona abitata e' compresa fra i 430 e i 900 metri sul livello del mare, ma con il monte Suchello si arriva ai 1541 m. Il discorso demografico e' piuttosto complesso.

Vi e' stata una forte diminuzione di abitanti in questi ultimi 50 anni. I residenti erano 1.560 nel 1951, sono scesi a 994 nel 1971 e a 888 nel 1991.

I nuclei famigliari residenti sono 341, con le relative 341 abitazioni. Ma vi sono ben 1.134 abitazioni di non-residenti, cioe' case di soggiorno temporaneo per persone e famiglie che arrivano dalla pianura, da Bergamo, da Milano e oltre.

Le nostre zone sono sempre state terre di emigrazione. Tuttavia, almeno in tempi recenti, a partire in cerca di lavoro erano sopratutto gli uomini: prima i capifamiglia da soli e poi con i figli piu' grandi.

Le destinazioni erano diverse; traovare lavoro a Bergamo era rara fortuna; Milano offriva piu' possibilita'; altrimenti si varcava il confine, sopratutto verso la Svizzera e la Francia, ma anche verso il Belgio, la Germania e l'Inghilterra.

In questo ultimo secolo i nostri emigranti si erano dedicati in particolare a due settori di lavoro: le costruzioni e il taglio dei boschi. Meno numerosi i minatori. Di tanto in tanto questi uomini tornavano; spesso si trattava di un solo breve soggiorno all'anno, nei mesi piu' freddi dell'inverno. Negli anni '50 e '60 vi fu invece un fenomeno particolare. Intere famiglie partirono per stabilirsi altrove.

Spesso erano nuclei famigliari con 8, 10, 12, anche 14 figli. In molti casi non si andava lontano: Valtesse, Mozzo, Curno o nel Milanese. Si cercava lavoro ma anche un po' di comodita' che Costa Serina non offriva.

Si sentiva in particolare la mancanza di una strada carrozzabile moderna. Dalla strada del fondovalle, ad Algua, bisognava risalire ancora a piedi fino ad Ascensione, Costa, Trafficanti. E le merci venivano trasportate a dorso di mulo.

Per un certo periodo si penso' e si mise effettivamente in funzione una teleferica per il trasporto delle merci da Algua a Costa, il tutto per una lunghezza di 4 kilometri. La teleferica rimase in funzione fino agli anni 1968-70, quando l'arrivo della nuova strada la rese inutile.


Ultimo aggiornamento

07/02/2024, 12:49

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